Continuano gli appuntamenti del corso di formazione per volontari in Cure Palliative organizzato da QuaViO ODV presso la Misericordia di Poggibonsi per rispondere ai bisogni del territorio della Val d’Elsa.
Gli aspiranti volontari, lo scorso venerdì 4 ottobre, hanno incontrato la Dottoressa Debora Niccolini, psicologa psicoterapeuta specializzata in psiconcologia che collabora con QuaViO ODV da oltre venti anni.
Dalle riflessioni sugli aspetti relazionali del volontariato in Cure Palliative sono emerse parole come compassione, accoglienza, responsabilità e scelta e anche paura, dolore e senso di impotenza. Emozioni forti, proprie ed altrui, “dal fare allo stare” per donare sollievo, presenza, vicinanza e comunicare con il cuore: l’obiettivo del volontario che umanizza le cure.
Prossimo appuntamento venerdì 11 ottobre con Padre Arnaldo Pangrazzi e Rosangela Palmas.
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La dottoressa Debora Niccolini è presente nella QuaViO, come professionista, dal 2005 e di questa sua fedeltà le siamo profondamente grati.
All’epoca, psicologa già specializzata in psiconcologia e psicoterapeuta individuale e della famiglia, alternava la sua attività fra la Lilt, presieduta dal prof.Franco Nobile, e la QuaViO.
Il suo è stato un incessante cammino professionale e umano, intendendo con questo termine la sua capacità di farsi prossima, al di là di vincoli tecnici e di interessi personali, alla persona malata e anche ai suoi familiari, non solo in hospice ma anche e soprattutto al domicilio.
Nell’ambito delle Cure Palliative, secondo la nostra ultratrentennale esperienza, è necessario e opportuno sostenere la persona che si trovi ad affrontare la malattia oncologica, fin dalla sua diagnosi, coniugando l’azione del medico con quella dello psiconcologo, in ogni luogo, sia esso l’ambulatorio, ma anche il domicilio in certi momenti.
Essendo obbiettivo primario della QuaViO, in quanto Odv, quello di farsi valore aggiunto, in Cure Palliative,è necessario che i suoi Volontari, come ogni altro collaboratore professionale, approfondiscano e accrescano in sé i valori e le caratteristiche della cosiddetta Umanità.
Per noi farsi prossimo, prendersi cura del malato è un valore imprescindibile e deve essere improntato a un sentimento di solidarietà non solo per i Volontari ma anche per gli psicologi e ciò prevede, ad esempio, che questi debbano lasciare la propria stanza, la poltrona,il proprio ambulatorio per entrare nella casa dell’altro, compiendo in tal modo un gesto di umiltà, di compassione e di solidarietà, attraverso il quale il professionista arricchisce di umanità la sua professione.
Questo è quanto la nostra Associazione richiede a tutti, compresi gli psicologi, e quanto riceve da chi sceglie il percorso di conoscenza di sé, del vivere e del morire: una relazione in cui si è al tempo stesso “Accompagnatori accompagnati”, come insegna p. Guidalberto Bormolini.
Vanna Galli e Martina Frullanti
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