“Il progetto Si-Sienasociale è molto utile, sta dando ottimi frutti. Ci ha permesso per esempio di fare gruppi eterogenei, unendo la sindrome di down alle altre disabilità intellettive e livellando i gruppi con cui lavoriamo, oltre a fare rete con le altre associazioni, con le quali si è creato davvero un bel clima”. A parlare è la dottoressa Sofia Rocchigiani di A.SE.DO. dell’associazione della provincia di Siena che, dal 1994, si occupa e svolge servizi per le famiglie di persone con sindrome di Down.
Sofia ci ospita a “Casa dolce casa”, insieme a Giulia, Andrea, Matteo e un altro Andrea, che qui abitano da soli: nome più adatto per questo luogo non potrebbe esistere, perché la gentilezza e l’entusiasmo con cui ci accolgono rasserena anche il piovoso e umido pomeriggio di novembre.
Le attività di A.SE.DO sono mirate a sviluppare le qualità di ogni singola persona per favorirne l’integrazione sociale e “Casa dolce casa” è un programma di cohousing nato all’interno di un’altra progettazione, ma che da Si-Siena sociale ha avuto un supporto fondamentale.
Dopo un percorso di avvicinamento i ragazzi si sono trasferiti nell’appartamento a maggio scorso e qui vivono in autonomia, gestendo ognuno il proprio lavoro (Andrea lavora in un maneggio, Giulia in una scuola materna, Matteo in un’azienda vinicola, l’altro Andrea a Borgo San Felice), praticando uno o più sport o dedicandosi al proprio hobby.
“Abbiamo due palestre di autonomia – spiega ancora Sofia Rocchigiani –una, un po’ più avanzata, che facciamo qui con ragazzi che vivono già per conto loro, lavorando sul consolidamento delle abilità domestiche e dell’orientamento sul territorio, sull’utilizzo, per esempio, del bancomat per andare a fare la spesa, o sull’andare in autonomia allo sportello a prelevare.
L’altra, più di base, viene fatta a ‘Casa Clementina’ a Porta Tufi, un altro dei nostri appartamenti, dove ci si allena a vivere da soli, si impara per esempio a raggiungere i supermercati o altri luoghi e si fanno diverse attività, come la conoscenza del territorio, delle contrade, la visita ai musei delle contrade. Questo si aggancia anche poi ad un’altra azione progettuale che è la mobilità urbana, che prevede che tutti i beneficiari vengano aiutati a spostarsi in autonomia, senza dipendere dal genitore o da un accompagnatore.
Un’altra attività molto interessante è il trekking urbano, che facciamo una volta al mese, a tema, con due guide-volontarie Elisa e Silvia, che ci fanno conoscere la città e tutte le sue leggende nascoste.
Poi ancora il laboratorio per esercitare capacità cognitive, perché la sindrome di Down da una certa età in poi porta al decadimento cognitivo e questo è un aspetto importante che “Si-Siena sociale”, ci ha permesso di curare: il potenziamento dell’attenzione, della memoria, le funzioni esecutive e quant’altro.
Anche i genitori sono seguiti per permettere tutto questo, perché non è un’operazione facile quella dell’autonomia del figlio, sempre grazie a “Si-Siena Sociale: un iter psicologico di gruppo, che rientra nel percorso del ‘dopo di noi’.
Il tutto condito con uscite a cena (rigorosamente senza operatori!) serate al cinema,spettacoli a teatro vacanze di gruppo, in Italia o all’estero“.
Un’ora di tempo vola via, tra un caffè e una risata. La chiacchierata è piacevole e davvero ricca di emozioni, grazie a questi ragazzi che ti coinvolgono con la loro spontaneità e ti colpiscono con la loro sensibilità e la capacità di vedere le cose belle della vita.
Grazie a Giulia, perfetta padrona di casa, a Juri, i due Andrea e Matteo.
Grazie A.SE.DO!
Silvia Sclavi
L’articolo Ospite di “Casa dolce casa” : il racconto proviene da SIENASOCIALE.