Cara Lorella,
tu non amavi troppe parole, hai sempre preferito le azioni. Le buone azioni. Non perché tu fossi “devota”, ma perché sapevi dare cura.
La tua abbondanza di vita la spendevi per gli altri, nella tua professione di infermiera di cardiochirugia, nel tuo impegno di sindacalista e nel tuo umanissimo percorso di vicinanza e sostegno volontario ai malati senza speranza di guarigione. Nei lunghi venti anni di cammino nella QuaViO non ti sei mai tirata indietro.
Ogni volta che ti veniva richiesto un servizio, anche il meno qualificato professionalmente, tu hai aderito con slancio, con passione con gioia. Una gioia mista a sofferenza, ogni volta che non riuscivi a trovare una ragione anche minima al precoce concludersi di una vita. Come noi non la troviamo ora per te. Ma, sia pure imprecando e infuriandoti col cielo e con la terra, non ti giravi dall’altra parte, davi tutta te stessa fino alla fine. E questo era il tuo autentico cordoglio.
Ci insegni che l’unica gratificazione che può ricevere il volontario nasce dalla sua capacità di donarsi. Senza misura.
Vanna Galli
L’articolo “Sapevi dare cura”: in memoria di Lorella Bencini proviene da SIENASOCIALE.